San Lorenzo da Brindisi
San Lorenzo da Brindisi (al secolo Giulio Cesare Russo), nacque a Brindisi il 22 luglio 1559. Dopo la morte del padre fu indirizzato agli studi presso i francescani conventuali di San Paolo eremita, nella sua città. Sopravvenuta la morte della madre, i familiari non poterono più mantenerlo e, a 14 anni, lo mandarono a Venezia presso uno zio paterno sacerdote che insegnava ai chierici di San Marco. Con l’aiuto dello zio Giulio Cesare poté proseguire gli studi e, conosciuti i cappuccini veneti, chiese l’ammissione all’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, nel quale fu accolto il 18 febbraio 1575 con il nome di Lorenzo da Brindisi. Presi i voti solenni il 24 marzo 1576, dopo l’anno di noviziato a Verona, seguì i corsi di logica a Padova e quelli di filosofia e teologia a Venezia, dedicandosi con passione all’apprendimento delle lingue antiche e moderne e della Sacra Scrittura, che imparò a memoria in latino e in ebraico.
Ordinato sacerdote il 18 dicembre 1582, iniziò il suo ministero come docente di teologia e predicatore. Nel 1586 fu eletto maestro dei novizi e a soli 30 anni assunse la carica di provinciale dei cappuccini toscani. Nel 1596, divenne definitore generale. Nel 1598 assunse il governo dei cappuccini svizzeri e nel 1599 quello della prima missione cappuccina a Praga. Il compito consisteva nel frenare la diffusione del protestantesimo in Boemia e contribuire alla diffusione della riforma cattolica e dei cappuccini nei territori sudorientali dell’Impero. Lorenzo lo assolse impegnandosi nella predicazione, affrontando dispute con i pastori protestanti, assistendo i poveri e i malati. Il 24 maggio 1602 fu eletto generale dei cappuccini. Di conseguenza, egli spese i tre anni seguenti nella lunga visita delle province europee dell’Ordine, percorrendo l’Italia, la Svizzera, la Francia, i Paesi Bassi e la Spagna.
Rigoroso con se stesso, era moderato con i propri sottoposti e pronto a rimuovere quei superiori che eccedevano in durezza. Nel giugno 1609 fu mandato da Paolo V in Spagna per sollecitare l’appoggio del re Filippo III alla Lega cattolica dei principi tedeschi. Nella primavera del 1613 tornò in Italia per essere nuovamente eletto definitore generale. Confermato definitore dell’Ordine nel capitolo del 1618, malato di gotta, partì da Roma per Brindisi, che voleva rivedere prima di morire. Arrivato a Napoli, però, trovò l’ordine, inviatogli dal cardinale protettore dei cappuccini, Alessandro Peretti, di accettare la nomina ad ambasciatore della Piazza nobiliare della città presso Filippo III di Spagna. Egli avrebbe solo dovuto chiedere al re una diminuzione delle spese militari imposte alla città, ma di fatto la missione si inseriva nella reazione aristocratica al governo autoritario di Pedro Téllez Girón, duca di Osuna. Questi, considerando Lorenzo nemico fece di tutto per ostacolarne la missione. Lorenzo, così, dovette lasciare Napoli di nascosto, travestito da soldato. Inseguito da agenti del viceré, arrivò per mare a Genova. Lorenzo capì di non poter contare né sull’appoggio ufficiale della Santa Sede, che non voleva sostenerlo per non inimicarsi il potente vicino, ma neppure sulla revoca dell’incarico, giacché Roma non intendeva nemmeno rafforzare l’Osuna. Il cardinale Peretti richiamò Lorenzo a Madrid. Partito da Genova il 5 aprile 1619, Lorenzo giunse a Madrid il 9 e da lì raggiunse Lisbona, dove in quel momento si trovava il sovrano. In non buone condizioni di salute, incontrò Filippo III, ma ne ottenne solo inutili rassicurazioni verbali. Deluso per il comportamento del re e per il debole sostegno del papa, il suo stato di salute precipitò. Accolto agonizzante, tra voci di avvelenamento, nella casa di Pedro de Toledo. Morì il 22 luglio 1619.